mercoledì 29 aprile 2020

Step #11 Convivere con il covid-19

Con lo scoppio dell’emergenza covid-19, a partire dal 9 marzo l’Italia è entrata in lockdown. Nel giro di pochi giorni sono cambiate le nostre abitudini e le nostre interazioni con le persone. La maggior parte delle imprese hanno temporaneamente chiuso, le scuole e le università hanno iniziato ad erogare lezioni in remoto, molte persone hanno iniziato a lavorare da casa in modalità smart-working, le mascherine e i guanti sono all’ordine del giorno e la natura si è ripresa molto del suo spazio.
Nelle prossime settimane entreremo nella cosiddetta “fase 2”, in cui le nostre vite dovrebbero tornare gradualmente alla normalità. Normalità che tornerà però effettivamente con la diffusione di un vaccino.

Molte testate giornalistiche, e non solo, stanno speculando su come potrà essere il prossimo futuro.  Nei giorni scorsi si è discusso su come si potesse andare al mare questa estate elaborando idee particolarmente bizzarre; a partire dalle barriere in plexiglass per arrivare alle cupole di bamboo.



Il settore della mobilità aerea è forse quello  che ne ha  risentito maggiormente a causa della pandemia. In Europa la percentuale di voli  aerei è diminuita fino al 10-15% rispetto al periodo pre-pandemia. I giornali parlano di divisori in plexiglass tra i sedili per poter viaggiare in sicurezza, anche se non sarà una cosa immediata.



Ecco un articolo di Forbes molto approfondito sulle varie soluzioni, tempistiche e questioni legate alla sicurezza sugli aerei per far fronte all’emergenza: https://www.forbes.com/sites/willhorton1/2020/04/25/new-airline-seat-designs-they-wont-ever-fly-on-airplanes/#7a02cfcf6044

Guardando ad un futuro più lontano e in maniera più pessimistica, non è possibile stabilire quali effetti avrà sull'economia a livello mondiale e in quanto essa potrà risollevarsi. Molto interessante la teoria, che ci accompagnerà fino al vaccino, delle fasi del martello e della danza. La fase del martello è quella che ha lo scopo di abbattere i contagi attraverso il lockdown, mentre quella della danza è quella della graduale ripresa.
Articolo molto bello è quello di Donald G. McNeil Jr. per il New York Times in cui riassume il pensiero di venti esperti di salute pubblica.
Il post ha pubblicato un articolo in italiano basandosi su quello statunitense.
https://www.ilpost.it/2020/04/22/coronavirus-conseguenze-scenari-new-york-times/

domenica 26 aprile 2020

Step #10


Questa scena è tratta da 'Il Signor degli Anelli - La compagnia dell'Anello', film del 2001 diretto da Peter Jackson, tratto dall'omonima prima parte del romanzo di J.R.R. Tolkien.

sabato 25 aprile 2020

Step #9

La Sortie de l'opéra en l'an 2000



Questa'opera, datata 1882 circa, appartiene all'illustratore e scrittore francese Albert Robida. 
In essa l'autore rappresenta una visione futuristica di come le persone lasciano l'Opera attraverso macchine volanti sopra Parigi. Si possono notare limousine, pullman volanti e quelli che sembrano essere dei poliziotti sopra dei veicoli.

Per approfondire sul dipinto: https://publicdomainreview.org/collection/leaving-the-opera-in-the-year-2000
Per approfondire su Albert Robida:
https://it.wikipedia.org/wiki/Albert_Robida
https://www.britannica.com/biography/Albert-Robida

Immagine presa da: https://it.wikipedia.org/wiki/File:Albert_Robida_-_La_Sortie_de_l%27op%C3%A9ra_en_l%27an_2000.jpg

Step #8 Il futuro nel pensiero platonico

Con il mito di Er, si conclude il libro X, l'ultimo de La Repubblica. Questa collocazione gli garantisce, di per sé, un grande risalto: un congedo mitico riesce efficacemente ad accompagnare il lettore fuori dal testo, nel mondo della prassi e della comunicazione orale, con qualcosa che può facilmente ricordare. Nello stesso tempo, questo racconto memorabile è anche un punto di partenza per una riflessione personale: è la conclusione, aperta, di un dialogo filosofico, che serve a ripensare criticamente, all'indietro, i temi già trattati.

In esso troviamo un tentativo di spiegazione di due importanti dottrine sulla conoscenza: quella sulla reminiscenza (conoscere come ricordare) e quella sull'innatismo (presenza in noi di idee non derivate dall'esperienza sensibile). Viene affermata la teoria della reincarnazione (anche in animali). Per le anime è possibile una scelta libera solo nel primo momento della reincarnazione, poi essa è soggetta al destino. Platone approfitta dell’occasione per sottolineare il suo giudizio negativo sui tiranni.

Il mito può essere inteso come un tentativo di dimostrare la presenza contemporanea nella vita umana della libertà, del caso e della necessità come insegnano le parole della Moira Lachesi.
Le moire
Le Moire renderanno poi la scelta della nuova vita immodificabile: nessuna anima, infatti, una volta operata la scelta, potrà cambiarla e la sua vita terrena sarà segnata dalla necessità.Quindi il caso non assicura una scelta felice mentre determinanti potranno essere i trascorsi dell'ultima reincarnazione. Scegliere, nella visione platonica, significa infatti essere coscienti criticamente del proprio passato per non commettere più errori e avere una vita migliore.
Le anime si disseteranno con le acque del fiume Lete, ma quelle che lo hanno fatto in maniera smodata dimenticheranno la vita precedente, mentre i filosofi, che, guidati dalla ragione, hanno bevuto poco o niente, manterranno il ricordo del mondo delle idee, di modo che riferendosi ad esse potranno ampliare la loro conoscenza durante la nuova vita ispirata e guidata dal proprio genio tutelare.

"Il fuso si volgeva sulle ginocchia di Ananke. Sull’alto di ciascuno dei suoi cerchi stava una Sirena che, trascinata in quel movimento circolare, emetteva un’unica nota su un unico tono; e tutte otto le note creavano un’unica armonia. Altre tre donne sedevano in cerchio a [c] eguali distanze, ciascuna su un trono: erano le sorelle di Ananke, le Moire, in abiti bianchi e con serti sul capo, Lachesi Cloto Atropo. E cantavano in armonia con le Sirene: Lachesi il passato, Cloto il presente, Atropo il futuro. Cloto a intervalli toccava con la destra il fuso e ne accompagnava il giro esterno, cosí come faceva Atropo con la sinistra per [d] i giri interni; e Lachesi con l’una e con l’altra mano toccava ora i giri interni ora quello esterno.Al loro arrivo, le anime dovevano presentarsi a Lachesi. E un araldo divino prima le aveva disposte in fila, poi aveva preso dalle ginocchia di Lachesi le sorti e vari tipi di vita, era salito su un podio elevato e aveva detto: “Parole della vergine Lachesi sorella di Ananke. Anime dall’effimera esistenza corporea, incomincia per voi un altro periodo di generazione mortale, preludio a nuova [e] morte. Non sarà un dèmone a scegliere voi, ma sarete voi a scegliervi il dèmone. Il primo che la sorte designi scelga per primo la vita cui sarà poi irrevocabilmente legato. La virtú non ha padrone; secondo che la onori o a spregi, ciascuno ne avrà piú o meno. La responsabilità è di chi sceglie, il dio non è responsabile”. Con ciò aveva scagliato al di sopra di tutti i convenuti le sorti e ciascuno raccoglieva quella che gli era caduta vicino, salvo Er, cui non era permesso di farlo. Chi l’aveva raccolta vedeva chiaramente il numero da lui sorteggiato. [618 a] Subito dopo <l’araldo> aveva deposto per terra davanti a loro i vari tipi di vita, in numero molto maggiore dei presenti. Ce n’erano di ogni genere: vite di qualunque animale e anche ogni forma di vita umana. C’erano tra esse tirannidi, quali durature, quali interrotte a metà e concludentisi in povertà, esilio e miseria."

Fonti e approfondimenti
http://www.filosofico.net/Antologia_file/AntologiaP/PLATONE_%20IL%20MITO%20DI%20ER%20(REPUBBLI.htm
https://btfp.sp.unipi.it/dida/resp/ar01s50.xhtml
https://it.wikipedia.org/wiki/Mito_di_Er

martedì 21 aprile 2020

Step #7 Le tre parole più strane


Le tre parole più strane

"Quando pronuncio la parola Futuro,
la prima sillaba già va nel passato.

Quando pronuncio la parola Silenzio,
lo distruggo.

Quando pronuncio la parola Niente,
creo qualche cosa che non entra in alcun nulla."


Lingua originale : Trzy Slowa Najdziwniejsze

Kie­dy wy­ma­wiam sło­wo Przy­szłość,
pierw­sza sy­la­ba od­cho­dzi już do prze­szło­ści.

Kie­dy wy­ma­wiam sło­wo Ci­sza,
nisz­czę ją.

Kie­dy wy­ma­wiam sło­wo Nic,
stwa­rzam coś, co nie mie­ści się w żad­nym nie­by­cie


Questa breve poesia appartiene alla poetessa Maria Wisława Anna Szymborska, considerata la più importante poetessa polacca degli ultimi anni e vincitrice del premio Nobel nel 1996.
Queste tre parole sono d'impatto e si potrebbe discutere a lungo su di esse. Sono parole che si possono solamente immaginare e alle quali è difficile dare una forma ben definita.
In particolar modo, per la poetessa, nel momento in cui si inizia a parlare di futuro, lo si sta già vivendo e lo si vede diventare passato.
Maria Wisława Anna Szymborska con il premio Nobel


lunedì 20 aprile 2020

Step #6 Futuro e letteratura


IL DOTTOR FUTURO – Philips K. Dick 1959
Il  DR. FUTURITY  fu scritto inizialmente in versione racconto nel 1953 e successivamente ampliato a romanzo nel 1959. Narra la storia del dottor Jim Parson, che suo malgrado si ritrova a viaggiare dal 2012 al 2405 e che continuerà a viaggiare avanti ed indietro tra passato e futuro per modificarli.

Ampliamo la conoscenza del nostro personaggio principale, medico di San Francisco che tornando a casa dal lavoro viene trasportato da una draga temporale in un lontano futuro, appunto il 2405.

Inizialmente il dottore si ritrova spaesato e non capisce dove ed in quale tempo si trovi, viene soccorso da un automobilista che inizialmente sembra volerlo investire e che gli parla in una lingua che è uno strano miscuglio di più lingue. L’automobilista resosi conto del colore della sua pelle, lo vuole abbandonare in strada, dove nel momento stesso in cui viene aperto lo sportello della macchina molte persone lo guardano incuriosito e con profonda avversione. Preso da compassione, l’autista lo porta in una zona più isolata dove ci sono parecchi magazzini in cui potersi nascondere. Il nostro protagonista, a questo punto, entra forzosamente in uno di questi e trova una cellula eversiva che lì si stava radunando. La cellula viene immediatamente scoperta dalle forze dell’ordine locali ed il dottor Parson, dopo aver salvato la vita di una donna gravemente ferita, si impatta con la realtà di una società completamente differente da quella da cui proviene, società in cui è fuorilegge essere medici  e dove l’eutanasia è considerata la normalità.

Il dottor Parson viene arrestato ed interrogato e a causa della sua natura “primitiva”  verrà inizialmente portato a casa del signor Stenog, che gli spiegherà il funzionamento della attuale società in cui ad ogni morte corrisponde una vita, dove ogni uomo sul pianeta è stato sterilizzato ed  i futuri abitanti del pianeta generati in vitro; tutti gli embrioni  vengono conservati in un luogo denominato Cubo e che la razza come lui la conosceva oramai non esiste più a seguito delle guerre del ventitreesimo secolo; si sono uniformate in un’unica razza con predominanza afro/americana (americana intesa come nativi del continente). Successivamente a causa del fatto che è un uomo non sterilizzato e quindi un potenziale pericolo per la purezza della razza viene deportato sul pianeta Marte.

Il viaggio per Marte in realtà subirà un brusco cambiamento che lo porterà in un futuro ancora più lontano alla fine dei tempi, quando il pianeta terra starà per morire. Grazie ad una stele ritrovata e diretta a lui (con tanto di nome e cognome), ove sono iscritte le istruzioni per manovrare la navicella temporale, riuscirà a tornare indietro nel futuro (2405) dove verrà accolto dagli accoliti della Loggia del Lupo e finalmente scoprirà che sono stati loro a prelevarlo dal 2012 per potergli far salvare Corith il progenitore di tutti gli accoliti morto 35 anni prima e mantenuto grazie alla criogenesi intatto. Il dottor Parson opera Corith e gli asporta la freccia che lo aveva portato alla morte, facendolo così rinascere ma, inaspettatamente, la freccia che lo aveva ucciso ricompare. A questo punto i Lupi decidono di tornare una volta ancora indietro nel tempo, nel 1545, per poter salvare Corith e qua scopriamo che Corith era andato indietro nel tempo per uccidere Sir Drake e per cambiare tutti gli eventi successivi alla colonizzazione. Nel frattempo Parson viene anche a conoscenza del fatto che la loggia dei lupi è composta da persone con legami di parentela molto stressi per poterne preservare la purezza della razza che discende direttamente dai nativi americani.

A questo punto ci ritroviamo in mille paradossi temporali, tornando indietro nel tempo Parson ed i lupi vedono loro stessi nelle precedenti missioni volte a salvare Corith dalla morte.

In questo frangente Parson scoprirà di essere stato lui ad uccidere Corith dopo un alterco e che Sir Drake altri non era che Stenog travestito per tendere un tranello a Corith.
Morto nuovamente Corith, Parson viene abbandonato dai Lupi dopo che questi scoprono che è lui l’assassino; sarà Loris la figlia naturale di Corith e con cui aveva avuto una relazione, a salvarlo ed a riportarlo nuovamente nel futuro 2405.

Futuro da cui scapperà per andare nel passato ed uccidere nuovamente Corith esattamente nell'istante successivo all'intervento da lui stesso effettuato. Purtroppo non sarà in grado di farlo e fuggirà per poi scoprire che qualcuno l’ha fatto al posto suo. Decide quindi di tornare al momento in cui non era riuscito ad uccidere Corith e lì troverà due ragazzi che stanno compiendo l’omicidio in vece sua. I ragazzi altro non sono che i figli suoi e di Loris (proprio per quello era tornata indietro a salvarlo), i quali lo porteranno in un altro futuro dalla madre.

Giunti alla fine del libro Parson verrà riportato finalmente alla sua epoca e lo lasciamo intento a scolpire una stele che sicuramente gli servirà in un prossimo futuro.

Il libro scritto nel 1959, sicuramente sembra forse troppo tortuoso per i nostri canoni ma sicuramente troviamo nello stesso anticipazioni molto reali al giorno d’oggi tra cui un videofono, in pratica un futuro reale dentro una storia fantascientifica sul futuro.

Piccola nota a fondo: Philip K. Dick è ricordato sicuramente non per il Dottor Futuro che viene considerato un libro minore ma sicuramente per essere il padre de “Il cacciatore di androidi” da cui venne tratto Blade Runner.

Fonte immagine: https://en.wikipedia.org/w/index.php?curid=5279789                                                

sabato 18 aprile 2020

Step #5 Futuro e pubblicità

"Abbiamo costruito i Nuraghi
Trasformato paesi in musei a cielo aperto
Traghettato antichi saperi in moderne tecnologie
Noi siamo la terra dei Centenari
e insieme voleremo ancora dalle Miniere al Gennargentu
Specchiandoci nel mare della nostra Sardegna
assaporando la libertà nei nostri Orti
Io resto a casa. Andrà tutto bene".

Questo è il testo narrato da Gianluca Meda, conduttore di diverse trasmissioni su una rete televisiva della Sardegna, testo scritto dalla giornalista Ambra Pintore.

In un momento come quello che stiamo vivendo, in cui tutta la vita sembra sospesa in un limbo eterno, il messaggio trasmesso da questa rete ci ricorda che siamo esseri valenti e che le nostre opere sono grandi e in molti casi quasi eterne che se ci sforziamo tutti insieme riusciremo ad uscire da questo periodo "oscuro".
Quale miglior modo di interpretare la parola futuro.


https://www.unionesarda.it/video/video/cultura/2020/03/26/sardegna-nulla-e-perduto-e-per-ritrovarci-stiamo-a-casa-52-1002026.html

venerdì 17 aprile 2020

Step #4 Mitologia antica e "moderna"

Il tema del futuro come preveggenza o semplicemente volgere uno sguardo benevolo ad esso o la stessa modifica di un futuro non propizio od infine il mero utilizzo della parola in sé, lo ritroviamo sia nella mitologia romana che in quella greca, oltre che in varie trame di fumetti ed animazioni moderne.

Per quanto concerne la mitologia romana abbiamo il mito di Giano. 

Primo re del Latium che fondò una città sul monte Gianicolo (da qui il nome) e donò la civiltà agli aborigeni che lo abitavano originariamente.

Si sposò con la ninfa Camese da cui ebbe molti figli, tra cui il dio Tiberino, signore del Tevere.

Quando il dio dell’agricoltura Saturno, fù spodestato dal figlio Giove, lo accolse e condivise con lui la regalità consentendogli di portare l’età dell’oro. Per ringraziarlo il dio Saturno gli diede in dono la possibilità di vedere sia il passato che il futuro, da qui la rappresentazione bifronte di Giano.

Preghiera latina ad Ecate e Giano:
"Salve, o madre degli dei, dai molti nomi,dalla bella prole;
Salve, o Ecate, custode delle porte, di gran potenza;
ma anche a te salve, o Giano, progenitore, Zeus imperituro;
salve Zeus supremo;
rendete luminoso il cammino della mia vita,
colmo di beni, stornate i funesti morbi
dalle mie membra, e l’anima, che sulla terra delira,
traete in alto, purificata dalle iniziazioni che risvegliano la mente".

Considerato come il dio dell’inizio e del passaggio, dal suo nome deriva il mese di gennaio.

Passiamo ora alla mitologia greca e ritroviamo Cassandra.

Profetessa inascoltata in grado di vedere catastrofi future.

Esistono diverse versioni riguardo al dono di Cassandra, la prima : il giorno del compleanno del padre, Cassandra ed il suo gemello, si addormentarono all’interno del santuario di Apollo, dimenticati dai genitori ebbri di vino. Quando vennero ritrovati i bambini, il giorno dopo, i serpenti sacri stavano lambendo le orecchie dei bambini per purificarli. Allontanati dalle urla di  Ecuba i serpenti si ritrassero in un cespuglio di alloro, da quel momento Elono e Cassandra praticarono la preveggenza.

La seconda versione vede Apollo che, in cambio di una notte d’amore, promette a Cassandra il dono di prevedere il futuro. Una volta ricevuto il dono Cassandra si negò ad Apollo e questi per rabbia le sputò sulle labbra, lei continuò ad avere il dono di vedere il futuro ma non venne mai creduta.

L’appellativo di “Cassandra” viene associato alle persone che pur preannunciando eventi sfavorevoli, non vengono ascoltati.

Per “sindrome di Cassandra” si intende invece una vera e propria patologia che porta le persone, con comportamenti eccessivamente pessimisti, ad avere previsioni future costantemente avverse.

Arrivando ai tempi moderni ritroviamo l'utilizzo del futuro nella fumettistica giapponese ed occidentale. Possiamo trarre come esempio "Capitan Futuro".

Personaggio generato dalla fantasia di Edmond Hamilton negli anni ’40 e reinterpretato nel 1978 da Tomoharu Katsumata in versione anime (animazione giapponese). 

Narra la storia di un cavaliere errante dello spazio che a bordo della sua astronave “Future Comet”, insieme al suo equipaggio viaggia tra i pianeti del cosmo per difendere i diritti dei più deboli.




Vale la pena ricordare una produzione cinematografica oramai rientrata con tutti gli onori nella “mitologia” del cinema “Back to the Future”:

Storia di un ragazzo che ritorna al passato per modificare il futuro.

















Fonti:


Immagini:
Giano: Di Fubar Obfusco - Foto taken himself, upload to English wikipedia by Fubar Obfusco, Pubblico dominio, https://commons.wikimedia.org/w/index.php?curid=177247
Cassandra: Di Evelyn De Morgan - Flickr, Pubblico dominio https://commons.wikimedia.org/w/index.php?curid=658924
Back to the Future: By Source, Fair use, https://en.wikipedia.org/w/index.php?curid=34133859

giovedì 16 aprile 2020

Step #3


Step #2 Storia del termine


La parola futuro deriva da futurus, participio futuro del verbo sum.

Il futuro, da quel che vediamo nell'etimo, è una declinazione dell'essere. Nella concezione lineare del tempo, ancora non esiste, non ha avuto luogo, ci sta davanti, - un davanti che però non si vede, che da seduto qui, non posso indicare: si sviluppa attimo per attimo da una dimensione informe, enorme di promesse o di minacce; secondo una concezione relativistica è un settore nello spaziotempo in cui si trovano tutti gli eventi che devono ancora accadere in base ad uno specifico sistema di riferimento.

Il futuro è da sempre legato imprescindibilmente al passato; la parola futuro rappresenta una declinazione a venire dell'essere, dell'esistere, ma insieme contiene la radice del passato. Il termine futurum è infatti, nella sua origine latina, participio futuro del verbo "essere", e indica "ciò che sta per essere o accadere". "ciò che è destinato ad essere". Al tempo stesso, però, tale forma si origina dalla radice fu-, che corrisponde appunto alla radice tematica del tempo perfetto, cioè del passato.

Possiamo anche considerare il futuro come opposto del passato (parte del tempo e di eventi già accaduti) o del presente (parte del tempo in cui gli eventi stanno accadendo).

Come tutti i participi verbali latini, oltre alla funzione prettamente verbale può assumere il ruolo di aggettivo, nel caso di ciò che deve ancora accadere o che potrà diventare e di sostantivo (participio sostantivo); in grammatica come tempo verbale nel modo indicativo per esprimere azione lontane dall'accadere e quindi incerte e esprimendo al tempo stesso dubbiezza; come tempo e quindi un qualcosa che deve ancora venire; in senso gergale indicando un periodo di scoperte scientifiche ed innovazione del sapere ed infine in senso figurato come un qualcosa ancora da realizzare o che si sta per compiere come si era immaginato ad anteriori, con intenzionalità che avvenisse proprio in quel modo.

Nel tempo la ricerca del futuro come evento ancora da venire la troviamo nelle religioni o nelle pseudoscienze come astrologia o la chiromanzia cercando sempre un aiuto nella previsione di un futuro propizio; infatti le figure come profeti e divinatori ebbero numerosi benefici e considerazione sociale in molte comunità proprio grazie a queste loro capacità.

La parola futuro la ritroviamo inoltre come spunto per la creazione del "Futurismo", movimento letterario ed artistico che come presupposto aveva la volontà di spazzare via il passato ed ogni forma espressiva tradizionale e volgere il suo sguardo appunto al futuro, al movimento (inteso come dinamismo) ed alla civiltà meccanica che si stava sviluppando (movimento fondato nel 1909 da F.T. Marinetti).

Fonti: 

Step #1bis Il futuro nelle altre lingue


Così come nella lingua italiana, anche in alcune lingue romanze, come il francese e lo spagnolo, la parola futuro, possiede la stessa derivazione latina.
In spagnolo si può tradurre come futuro (aggettivo) ed in francese come futur (aggettivo). 

Anche se non è una lingua neolatina, l'inglese ha molte influenze latine. Ciò è osservabile nella parola futuro, resa in inglese come future. Anch'essa deriva dal latino futurus.

Rivolgendo lo sguardo verso oriente, in particolare verso la Cina, possiamo vedere come la parola futuro, nel cinese semplificato, resa come 未来 (pronuncia: Wèilái), sia composta dal carattere 未 (Wèi), traducibile come "non ancora", e  dal carattere 来 (lái), traducibile come "venire, accadere, avere luogo".

Fonti:

mercoledì 1 aprile 2020

Step #1 Cos'è il futuro?

Definizione:
1. agg. Che sarà o verrà in seguito. 2. s.m. Il tempo che verrà o gli avvenimenti che in esso si succederanno. 3. agg. e s. m. In grammatica, tempo f., o assol. futuro, categoria del verbo che indica l'azione in quanto si deve svolgere nel futuro (appartiene quindi alle distinzioni temporali del verbo, non a quelle dell'aspetto); può appartenere a vari modi, per cui si ha, in alcune lingue, un indicativo f., un imperativo f., un infinito f., un participio f.; in italiano esiste soltanto il futuro dell'indicativo, detto anche f. semplice, per distinzione dal f.anteriore, tempo composto, che rappresenta anch'esso un'azione futura, ma passata rispetto a un'altra futura. (Treccani)

Etimologia:

(Immagine presa dall'Enciclopedia universale Rizzoli Larousse)

Step #24

Inizialmente abbiamo analizzato la definizione e l’etimologia del termine assegnato; siamo passati poi a ricercare il termine in questione ...